13 ottobre 2025

Elezioni e astensioni. A destra e a sinistra si fa finta di niente

di Massimo Marino

Non c’è un solo paese al mondo dove si  oserebbe convocare le elezioni in sette grandi aree diverse del paese (come le nostre Regioni) spalmando il voto in almeno quattro appuntamenti diversi nell’arco di tre mesi. Praticamente un invito silenzioso ad andare al mare, quasi che quel 50-55 % di astenuti faccia paura a tutti. Siamo al punto che si conteggia normalmente come votanti le schede bianche e nulle ( di solito il 2-3% degli elettori negli ultimi anni ) quando invece si tratta in gran parte di super-astenuti ( vengo anche al seggio ma non voto per nessuno di voi ). Per mezza giornata si intervista qualche sociologo o psicologo, un po' di blablabla per “interpretare” gli assenti e poi si passa a chi avrebbe stravinto o straperso le elezioni. Mai i numeri di votanti, vanno per la maggiore le percentuali  perché  stendono un po' di nebbia sulla pietosa realtà, mai spiegare i mille trabocchetti del voto maggioritario con il quale si inventano listarelle e si premia con un po' di seggi chi non li ha presi con i voti veri. 

Due settimane dopo Marche e Valle d’Aosta si è votato in Calabria e una settimana dopo si sta votando in Toscana. Poi arriveranno entro fine novembre altre tre Regioni: Campania, Puglia e Veneto. La disaffezione data dall’  “astensionismo militante” ( quello di  chi ha smesso di votare dopo le grandi delusioni: prima il renzismo, poi i 5stelle versione dimaiana e amici, forse un po' di legaioli  che non amano la versione anti-antifascista dell’ultimo Salvini ) si va a sommare a quelli con domicilio fuori regione che per le elezioni locali non pensano valga la pena di doversi recare al proprio seggio. Ho già mostrato più volte che in Italia si vota di più solo quando ci si aspetta grandi cambiamenti o grandi emergenze ( ad esempio  le politiche del 2018, il referendum contro lo smantellamento costituzionale di Renzi del 2016, i referendum su acqua e nucleare del 2011 ). Neppure la semplice istituzione di un Election Day annuale in una data fissa dell’anno dove concentrare qualunque appuntamento elettorale viene presa in considerazione (aumenterebbe di molto i votanti). Anzi a destra e a sinistra molti sembrano proprio silenziosamente “ uniti nella lotta”  per circoscrivere l’affluenza solo ai votanti più fedeli e sicuri.      

In Calabria solo 42 elettori su 100 hanno votato uno dei tre candidati Presidenti ( 792mila su 1,888 mil. ) e solo 40 su 100 ( 759mila) hanno votato una delle 15 liste presenti. Rispetto alle precedenti regionali del 2021 il cosiddetto cdx ha ottenuto 22200 voti in più sul Presidente e 15400 voti in più sulle proprie 8 liste. Il cosiddetto csx ( compreso M5S) per il Presidente  ha preso 30200 voti in meno rispetto al 2021 ( somma di tre candidati, cioè Bruni/De Magistris/Olivero ) e 25200 voti in meno sulla somma delle loro 14 liste.

I voti reali totali espressi in Calabria per i Presidenti sono stati  792731 ( identici a quelli del 2021 che erano 792708 ) e quelli espressi per le liste sono paragonabili ( 759mila invece di 762mila).

Singolare che la somma di bianche e nulle contro le 46mila del 2021 è stata di 22mila nel 2025, cioè 24mila in meno. Pressoché uguali  ai votanti in più per il cdx.

Segnalo che l’aumento del cdx (  22200 voti ) sull’intero corpo elettorale ( 1,888368 mil) corrisponde a poco più dell’1%. In pratica rispetto al 2021 ha cambiato voto 1 elettore su 100.

Si conferma, se ce ne era bisogno, l’irrilevanza del tema del  campo largo o stretto che a nessuno interessa e soprattutto nulla cambia. Anche quando, non so se per ignoranza o in malafede si inventano risultati che non esistono. L’ultimo caso le elezioni comunali di Genova dove la Salis nel maggio scorso avrebbe vinto perché il campo era largo anzi larghissimo. Così ci raccontano il generale Gruber, il colonnello Schlein e il sergente Renzi  e tanti altri, anche se spesso è vero proprio il contrario: alle regionali di fine ottobre 2024 senza renziani, calendiani e radicali Orlando ( perdendo la Regione contro Bucci per poche migliaia di voti ) aveva già vinto nel Comune di Genova con il  52,3 contro il recente 51,5 della Salis.

Gli elettori, specie fuori sede, vanno a votare se diventa semplice farlo, in digitale o per posta ( in Calabria si stimano in  650mila gli elettori all’estero o domiciliati fuori dalla regione). Ma prima di tutto votano se ci sono proposte vere, progetti  riformatori credibili e infine leadership plurali  all’altezza dell’impegno.

Esemplare il travagliato destino  del M5S: in Calabria 406895 voti alla Camera  nel 2018 ridotti ai  48775 attuali nel 2025 ( 106mila sommando anche la lista Tridico). Qualcuno si consola e si illude con la favola del voto 5stelle sempre più contenuto  negli appuntamenti locali rispetto a quelli nazionali invece di porsi domande più serie. 

Per il momento tantissimi elettori NON si spostano affatto a destra ( che in Italia resta una minoranza) ma NON sono più disponibili a votare ancora una volta  alleanze opportuniste senza veri progetti comuni e senza idee.  

12 ottobre 2025 

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